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SCESPIR n.2 -

Incontri Teatrali con Daniele Boria

di Vinny Cecchetelli

Questo numero di Scespir ha visto occupare la maggior parte del proprio spazio dalla XIX edizione della Rassegna Nazionale Teatro della Scuola di Serra San Quirico. Anche questo inserto ci riporta a Serra San Quirico poiché è il paese in cui risiede Daniele Boria, un giovane operatore teatrale di 27 anni. Diplomato ragioniere, nel '95 ha un improvviso cambio di rotta nel proprio percorso formativo e frequenta il corso di Operatore Socio Teatrale tenuto a Serra San Quirico. Prosegue la formazione frequentando uno stage internazionale sulla Commedia dell'Arte a Reggio Emilia e iniziando a operare nel settore del Teatro della Scuola. Approfondiamo la nostra conoscenza con Daniele, un ragazzo dal volto scanzonato e irridente, dall'atteggiamento irriverente, quasi provocatorio, che rivela uno sguardo attento e sensibile, mascherato in una posa ironica da "bel tenebroso".
Come è nata questa tua passione per il teatro?
Direi che è innata. Il fatto di aver frequentato Ragioneria che non ha niente a che vedere con il teatro è frutto di un errore, di una scelta sbagliata che ho fatto a 14 anni. Ritengo però di aver sempre avuto una predisposizione caratteriale all'arte scenica che, strada facendo, ho iniziato a coltivare. Sono portato alla comunicazione, sono un estroverso creativo, a volte egocentrico ed esibizionista e questi aspetti della mia personalità mi hanno avvicinato al teatro. L'incontro con la scuola di Teatro di Serra San Quirico è stato determinante per dare un indirizzo alla tua vita professionale? Comunque avrei cercato altre opportunità per fare questo mestiere. L'ATG è stato un trampolino di lancio molto efficace e io sono fortunato poiché vivo a Serra San Quirico dove l'ATG ha sede, ma sono sicuro che, in altri modi, mi sarei avvicinato al teatro.
Dove svolgi prevalentemente la tua attività di operatore?

Lavoro soprattutto per i CET, Centri di Educazione Teatrale, patrocinati da Teatri o da Associazioni; inoltre dirigo corsi di regia e attorialità nelle scuole, faccio laboratori nelle Rassegne di Teatro. So che sei in partenza.
Dove vai?

Tra due ore prendo il treno per Udine. Vado a lavorare alla Rassegna di Fiumicello come operatore teatrale e ci rimarrò fino al 20 maggio. Neanche terminata la Rassegna di Serra San Quirico che già sei diretto a un'altra. Di cosa ti occupi esattamente nelle varie Rassegne? In ogni Rassegna ci sono interventi diversificati da parte dell'operatore, coordinati alle esigenze dell'organizzazione che la gestisce. Quest'anno a Serra San Quirico mi è capitato di fare pochissimi salotti, nonostante a me piaccia parlare degli spettacoli, vivisezionarli, ma sono stato incaricato di seguire molti laboratori per cui gli spettacoli li ho seguiti attraverso il lavoro svolto in laboratorio che permette di individuare potenzialità del gruppo a volte non visibili nello spettacolo.
Segui una metodologia di lavoro costante?
Il mio percorso non verte su una metodologia specifica. Ho individuato una serie di tappe che vanno dalla propedeutica in relazione allo spazio, ai ritmi, al corpo, e al coordinamento, per approfondire alcune aree laboratoriali quali la maschera neutra, la commedia dell'arte, la voce. Tutti questi aspetti, messi insieme, mi permettono di comprendere le potenzialità del teatro come espressione. In qualità di operatore di teatro della scuola, con il tuo intervento cosa vuoi ottenere dal ragazzo in età scolare? Il bambino attraverso il teatro scopre una propria dimensione e se ne appropria. Il mio intervento si cala nel mondo della didattica ma rimane aperto nei confronti del bambino e delle molteplici possibilità che egli ha di andare alla scoperta di sé, del gruppo, della società.
Quali prospettive professionali ti poni?
Completare i lavori che ho in corso e poi, in futuro, riprendere la mia formazione, approfondendo altri aspetti del teatro. Mi interesserebbe andare, al più presto, a Londra e fare uno stage con Filippe Gulier. Come ti senti in questo momento?
Sono gratificato e soddisfatto. Spero di non vivere mai un periodo di stallo perché non voglio appiattirmi in ciò che già conosco e pratico. Ho voglia di ampliare le mie vedute e di accrescere le mie possibilità.

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