vai al contenuto saltando la barra di navigazione
barra di navigazione

10 MAGGIO: Siparietto XXI R.N.T.S. Serra San Quirico

LA VITA IN NOI COME UN SORDO SOGNO

Il Liceo Ginnasio Statale “Settimo” di Caltanissetta ha portato in scena uno spettacolo scritto dai ragazzi che, ispirandosi a Conversazioni in Sicilia di Elio Vittorini, ripropongono in maniera personale ed originale i temi della Sicilia (ma non solo): l’emigrazione, la famiglia, il ricordo, i colori, la paura.
Sono dei Siciliani inediti, vestiti di grigi cappotti, eternamente in viaggio ed in lotta, lontano dal quel sole così speciale che poi ritornerà ad illuminare le vesti a fiori delle donne-madri e delle donne-figlie: immagine più bella del reale, accesa nel ricordo di qualcuno che vive di e in un futuro che è domanda senza risposta e senza bisogno di essa. E all’orizzonte guerra e violenza. Omertà radicata nelle persone. Un paese che finge di sorridere mentre in verità soffre in silenzio.
Sul palcoscenico si muovono alla ricerca di una luce-verità, scambiando sguardi, lanciando frasi, speranze: spogliandosi di abitudini sbagliate e paure, iniziando a percepire l’idea della possibilità di sognare.
Credo che l’uomo sia maturo per altro, non soltanto per non rubare, non uccidere, per essere un buon cittadino, credo che sia maturo per altro, per nuovi, altri doveri, dice Vittorini e dicono i ragazzi di Caltanissetta.
Uno spettacolo dove acquistano particolare importanza le dinamiche di gruppo e i piccoli quadri che nascono da queste dinamiche. Oltre al palcoscenico, gli attori usano tutto lo spazio in sala, movimentando e spezzando il ritmo, catturando l’interesse del pubblico, sia quello dei più piccoli sia quello degli adulti, i temi trattati sono apparsi chiari ed efficacemente espressi.
Simone Sbarbati

PINOCCHIANDO……PINOCCHIANDO

Non uno, ma tanti Pinocchio hanno riempito il palcoscenico del Teatro-Palestra di Serra San Quirico, questa mattina.
Tanti Pinocchio moderni, alle prese con i problemi di tutti i giorni: una famiglia con cui è difficile comunicare, lo stress di andare a scuola, i bulletti che rubano il cellulare. Un Pinocchio per ogni famiglia, dunque, con papà Geppetto e mamma Fatina sempre a litigare: un Geppetto ubriacone e manesco, oppure una Fatina annoiata e maniaca dello Shopping, un altro Geppetto che mette il tifo calcistico davanti a suo figlio, un altro super-occupato che non ha proprio tempo per badare al suo piccolo burattino. E allora i Pinocchio si ribellano. Marinano la scuola, passano il tempo tra tv e videogiochi, bestemmiano, bevono e fumano, mentre tanti Grilli Parlanti si affannano a dar buoni consigli, non ascoltati fino a quando il senso di colpa s’impossessa di tutti i burattini, che vanno alla ricerca del proprio padre. Lo troveranno nel classico ventre della balena dove, dopo aver litigato, cercano di andare l’uno incontro all’altro e si abbracciano, mentre la scena si riempie di Pinocchio e Fatine e Geppetti e Grilli, e gli alunni della Scuola Media di Sumirago (VA), indicando gli spettatori delle altre scuole seduti in platea, dicono a tutti di fare i bravi e di andare d’accordo con i propri genitori.
Un buon testo su un argomento importante come la famiglia e la comunicazione all’interno di essa, sviluppato a partire da discussioni e da improvvisazioni degli alunni, e per questo ancor più interessante. Il pubblico, non sempre attento, ha però dimostrato di apprezzare lo spettacolo, soprattutto nella sue parti più interattive, come il momento della festa, quando gli attori hanno incitato tutti ad alzarsi e ballare.
Simone Sbarbati

PINOCCHIANDO (bambini e genitori pinocchiano)

A concludere la rassegna nella Rassegna degli spettacoli ispirati al pezzo di legno più popolare del mondo, i bambini e i genitori (vedi titolo) della Scuola Elementare di Trebaseleghe(PD).
Partire dalla favola di Collodi per riconoscersi nei panni del discolo Pinocchio o nelle amorevoli ammonizioni di Mastro Geppetto.
Un ciocco di legno a sipario chiuso; in platea ha inizio la nostra storia, dalla viva voce dei genitori, (chi altri la conosce davvero dall’inizio?), che ripercorrono i momenti precedenti la nascita dei loro burattini e le prime lezioni imparate.
Sul palco, i bambini si alternano nel racconto delle loro “pinocchiate” (vasi rotti, motorini sabotati, letti distrutti a suon di capriole) , misto alle disavventure con il gatto e la volpe e i tanti noiosi suggerimenti dei genitori parlanti che sono la colonna sonora delle giornate dei bambini.
Le bugie che hanno il naso lungo e le gambe corte vivacizzano pomeriggi che lo studio proprio non ci sta, la camera è più bella in disordine e la scuola può aspettare: Lucignolo è pronto per andare nel Paese dei Balocchi, dal quale Pinocchio esce come da ciuco un po’ colpevole come anche a loro capita di sentirsi.
E poi nella pancia della balena, la salvezza con il babbo e il duro lavoro che piano piano lo fa diventare bambino.
Ma non c’è da temere: il burattino impertinente non smette di ridere e giocare dentro di noi.
Uno spettacolo che si muove agilmente tra il racconto di Collodi e le pinocchiate vere dei genitori e dei bambini, per una volta protagonisti insieme di una storia costruita coralmente (i bambini si scambiano continuamente le parti, non perdendo mai la disinvoltura e il divertimento, percepibile sia sul palco che tra il pubblico); partendo dalle dinamiche adulti/bambini, i primi hanno provato a farsi conoscere e comprendere di più dai figli, riuscendo ad unire il racconto dei piccoli pinocchi al loro in un'unica voce dal doppio riflesso.
Simonetta Sbarbati

CHE COS’E' IL TEATRO DELLA SCUOLA?

Difficile darne una definizione precisa, il Teatro della Scuola è… è… che cos’è?!??
Rullo di tamburi… Oggi è:

47. Modo di esprimersi
48. Strategia per fare scuola
49. Partecipazione e possibilità di espressione per chi non sempre riesce, o può, comunicare
50. Uguaglianza e comunione d’interesse
51. Un gioco istruttivo
52. Meno ore di lezione
53. Poter recitare ed essere chi voglio
54. Stare con i miei amici oltre l’orario di scuola ed imparare tante cose con loro
55. È un mondo bellissimo che prende l’energia che ho dentro per trasformarla in passione